Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Una bracciata dietro l'altra

I cambiamenti tecnici del nuoto Uisp e le innovazioni in programma nel campo della formazione.

Nuoto Uisp - Foto di Francesco Sellaridi Elisa Fraboni


Parlare di nuoto e di tecnica del nuoto potrebbe essere molto semplice da un punto di vista scientifico, perché si tratta di una disciplina codificata e strutturata che presenta gesti motori complessi e completi. Un istruttore potrebbe quindi presentarsi a bordo vasca con dei fogli ciclostilati e leggerli ai propri allievi: avremmo così un garante dell'esecuzione corretta del gesto, per il quale non sono ammessi errori di interpretazione e che, per raggiungere l'obiettivo, perpetuerebbe il suo ruolo di diligente addestratore.

Il ricordo che ho del corso di formazione da istruttrice di nuoto Uisp nel 1988 (allora ero ancora un'atleta agonista) è di docenti che erano tutti allenatori. Il corso, della durata di tre mesi, prevedeva per la maggior parte lezioni teoriche con contenuti prettamente tecnici; la didattica seguiva il metodo analitico, ovvero una progressione sequenziale di esercizi dal più semplice al più complesso secondo il procedimento piegazione-dimostrazione-correzione. L'esame era costituito da una tesina scritta su uno degli stili e da un colloquio con domande prettamente tecniche.

È una metodologia d'insegnamento, questa, che viene messa in crisi da apprendimenti naturali da parte dei soggetti, da apprendimenti meccanici con conseguenti diffcoltà di correzione degli errori, da possibilità di successo limitate da parte degli allievi. La sua struttura rigida determina spesso l'abbandono oltre che l'incapacità dell'istruttore di trovare un luogo di incontro tra ciò che insegna e ciò che viene appreso, nell'inconsapevolezza che tutto ciò che si insegna viene appreso.

Con tale impostazione la Lega nuoto Uisp non faceva altro che persistere in una logica concorrenziale con la Fin, nonostante si ponesse socialmente obiettivi diversi. Negli ultimi anni la Lega si è invece adoperata perché venisse creato un percorso alternativo e diversificato in virtù dei reali obiettivi che l'associazione persegue e partendo da quei progetti di cui l'Uisp e la Lega dispongono: Aquaria e Primi Passi, nati alla fine degli anni '80, ovvero nel periodo storico in cui l'associazione si aprì al concetto di sportpertutti (centralità del soggetto, dei suoi bisogni, delle sue capacità, delle sue caratteristiche, valorizzazione della prestazione relativa, inclusione e non esclusione).

Dunque non più insegnamento come progressione lineare, ma processo educativo come avventura, con le sue implicazioni emotive, motorie e relazionali, partendo dalla conoscenza dell'acqua, elemento affascinante e allo stesso tempo preoccupante. Un percorso che porta dalla condizione di "istruttore" a quella di "tecnico/educatore", cioè di colui che è in grado di valorizzare attitudini, potenzialità, emozioni, capacità, passioni, motivazioni dei soggetti attraverso un processo dinamico di scambi che comporta una modificazione relativamente stabile nel comportamento dei soggetti. Per poter raggiungere questo obiettivo il percorso formativo deve ribaltare anacronistiche impostazioni metodologiche e creare una figura che possiamo chiamare "educatore acquatico", in grado di insegnare la conoscenza dell'acqua ai soggetti in termini positivi e consapevoli per poi introdurre insegnamenti tecnici nel momento in cui il soggetto sarà in grado di poterli eseguire.

È da questa idea che negli ultimi anni i percorsi formativi della Lega si sono caratterizzati con una base comune chiamata "Area acquaticità", a cui accedono tutti coloro che intendono insegnare e sviluppare argomenti quali la conoscenza dell'acqua, la conoscenza del proprio corpo attraverso l'acqua, le differenze terrestre/acquatico, le dinamiche respiratorie. Ma è soprattutto con questa Area che si intendono caratterizzare i vari percorsi formativi di settore attraverso tre grandi principi metodologici: diversità o logica del plurale, trasversalità od obliquità, contaminazione e non omologazione.

Dentro questa scelta il metodo analitico, a cui facevamo riferimento, diventa uno dei tanti strumenti, e non l'unico, di cui il tecnico/educatore dispone, perché saprà di poter contare su di una "cassetta degli attrezzi", per dirla con Massimo Davi, da cui scegliere la "chiave" più adeguata alla situazione contingente. Non esiste un "kit del buon tecnico/educatore", altrimenti cadiamo nella trappola del "preconfezionato" che esclude qualsiasi possibilità di interpretazione personale dell'insegnamento, ma esistono metodi e strategie per essere un buon tecnico/educatore: la motivazione, la sensibilità, la capacità di ascolto e di empatia, la capacità di osservare, la capacità di prendersi cura e tempo e, naturalmente, le competenze tecniche che da sole non bastano più. Soffermiamoci dunque sull'osservazione, nelle sue diverse accezioni di qualità pedagogica fondante lo stile educativo di ogni singolo operatore, di strumento di impostazione dei programmi e delle metodologie, di feedback continuo per l'operato educativo, di metodo educativo, di strumento di formazione, di mezzo per attuare cambiamenti e di luogo d'incontro tra i bisogni dell'allievo e l'intenzionalità educativa dell'adulto. Ci sono tre condizioni indispensabili che devono essere garantite affinché questo percorso non rimanga aleatorio: continua pratica esperienziale sul campo, confronto e autovalutazione, formazione permanente.

In Emilia Romagna negli ultimi 4 anni in cui mi sono occupata di coordinare la formazione delle Lega, questo cambiamento metodologico ed epistemologico sta avvenendo in alcune realtà territoriali, nonostante l'attività continui ad essere strettamente connessa all'agonismo e al risultato ed attualmente "sporcata" da un doping tecnologico e artificioso. A livello nazionale la Lega nuoto si sta dotando di un nuovo strumento garante di questo cambiamento, cioè di una scuola superiore di formazione delle attività in acqua che avrà una sua autonomia organizzativa e didattica e che soprattutto garantirà rappresentatività territoriale nazionale, progettualità, laboratori e sperimentazioni, una programmazione dell'azione educativa al fine di adeguare i programmi di insegnamento alle esigenze territoriali nel rispetto delle norme nazionali della formazione e di favorire il coordinamento interdisciplinare. Un percorso lungo, da raggiungere bracciata dopo bracciata con rinnovato entusiasmo.

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